sabato 28 gennaio 2012

Spazio RGB e spazio CMYK


Lo spazio colore RGB (sintesi additiva) si propone come standard ideale per tutte le situazioni in cui il colore è riprodotto utilizzando la luce. Fanno quindi riferimento allo spazio colore RGB monitor, scanner, fotocamere e videocamere digitali, videotelefoni, apparecchiature mediche di digitalizzazione, insomma tutti strumenti che permettono di riprodurre o visualizzare immagini digitali.












Gli inchiostri riflettono la luce anziché emetterla, trattenendo dalla luce incidente i colori in modo selettivo e operando una sorta di sottrazione di tonalità dalla luce bianca.

Lo spazio colore CMYK (sintesi sottrattiva) è lo standard utilizzato dai sistemi di stampa (stampanti, plotter, ecc.), che utilizzano un quarto colore, il nero, indicato con K (key color). Necessità indotta da motivi tecnici legai al problema di un’eccessiva copertura dell’inchiostro e dal fatto che il nero prodotto per somma di ciano, magenta e giallo, a causa delle impurità degli inchiostri, è di scarsa qualità.












La gamma di colori dello spazio RGB è in realtà più limitata rispetto allo spettro visibile, ma rimane comunque uno standard più che accettabile. Questo perché normalmente un monitor a colori è in grado di riprodurre fino a 16,7 milioni di colori, un numero di gran lunga superiore a quello dei colori che l’occhio umano percepisce.


Anche la gamma di colori dello spazio CMYK è più limitata rispetto allo spettro visibile anche se permette di riprodurre a stampa un numero più che accettabile di colori. La gamma CMYK è più limitata anche di quella RGB.


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